L’Italia è ricca di edifici storici, e di beni culturali di elevata importanza. Purtroppo l’umidità negli edifici storici è un problema frequente. Quasi tutti gli edifici storici presentano o hanno presentato problemi di umidità di risalita capillare, problema che può essere risolto tramite l’installazione di un impianto elettrosmotico, oppure l’iniezione di resine in abbinamento all’applicazione di intonaco macroporoso o l’installazione di centraline elettrofisiche.
E a proposito di umidità negli edifici storici, dopo aver parlato della Reggia di Venaria Reale, sapientemente restaurata in questi ultimi anni, in questo articolo vi parlerò di uno dei monumenti storici più conosciuti di Bologna: la Basilica di San Petronio.
La Basilica di San Petronio è sicuramente uno dei simboli principali della città di Bologna, come molti edifici storici necessita di accurati restauri per conservarla e arrestarne tempestivamente il naturale deperimento a cui è sottoposta. Elo ha partecipato al restauro di alcune delle cappelle della Basilica di San Petronio tramite l’installazione di impianti elettrosmotici. I nostri impianti sono infatti installabili anche in edifici di carattere, artistico o culturale e sono in grado di per poter risolvere i problemi di umidità negli edifici storici.
Grazie alla grande esperienza decennale nel campo dell’umidità Elo s.r.l è infatti in grado di operare e risolvere problematiche di umidità negli edifici storici e di pregio anche con vincoli dettati dai beni culturali. Elo è in grado di risolvere i problemi di umidità tramite impianti elettrosmotici o centraline elettrofisiche o tramite altre soluzioni che verranno valutate di caso in caso.
Nel caso notiate problemi di umidità nelle vostre case o stabili non esitate a contattarci telefonicamente o tramite il form che troverete nella pagina contatti per richiedere una consulenza e un preventivo gratuito.
La storia della Basilica di San Petronio è veramente particolare e travagliata, la sua costruzione ebbe inizio nel 1390, su commissione del Comune di Bologna che volle rendere grazie per la condizione di libertà che la città aveva vissuto fino a quegli anni dedicandola al Santo Patrono di Bologna, San Petronio per l’appunto.
La chiesa non venne quindi eretta come cattedrale cittadina ma come tempio votivo e civico. I lavori vennero finanziati dal Comune e dalle offerte dei cittadini e per i primi la costruzione procedette velocemente. Per far spazio al monumentale progetto vennero demolite molte case, torri e ben otto chiese.
Nel corso dei secoli avvennero importanti avvenimenti che contribuirono a rendere la Basilica di San Petronio così come è possibile vederla oggi:
Nel 1438 morì Jacopo della Quercia, scultore senese chiamato per compiere i lavori nella facciata principale, il portale maggiore rimase così incompiuto. Tutti i progetti per la conclusione della facciata rimasero solo sulla carta e sono oggi conservati nel Museo della Basilica.
A fine 1400, quando si sarebbe dovuto procedere con la costruzione della cupola i costruttori iniziarono ad avere i primi problemi e il modello dell’Architetto Antonio de Vincenzo, che aveva concepito l’opera, e a cui si poteva far riferimento era misteriosamente sparito.
Venne così fatto un nuovo progetto, che avrebbe portato la chiesa a misurare 224 metri di lunghezza e 150 metri di larghezza, dimensioni che l’avrebbero resa la chiesa più grande d’Italia.
A metà 1500 era chiaro che con ogni probabilità la chiesa non sarebbe mai stata compiuta. Le speranze di vederla finita caddero definitivamente quando su ordini dello Stato Pontificio si cominciò ad erigere il vicino Palazzo dell’Archiginnasio, che avrebbe impedito la costruzione del braccio orientale della chiesa. La cittadinanza cominciò a mormorare che questa scelta venne fatta per impedire alla Basilica di San Petronio di diventare più grande di San Pietro a Roma.
Il problema inerente alla conclusione planimetrica della chiesa venne affrontato a metà 1600. Si rinunciò ad ogni ampliamento e diverse modifiche alla parte interiore tra cui la costruzione di un’abside annullarono l’impressione di incompletezza che aleggiava oltre che all’esterno anche all’interno. La chiesa risultò essere 60 metri di larghezza 132 metri di lunghezza, le sue dimensioni la portano ad essere la quarta chiesa più grande in Italia.
Parti esterna della Basilica evidentemente incomplete
La basilica di San Petronio divenne proprietà della diocesi solo nel 1929, i lavori di costruzione vennero dichiarati ufficialmente chiusi nel 1954, anno in cui venne consacrata.
Nonostante le sue dimensioni, la sua posizione su Piazza Maggiore, cuore pulsante della città e la sua importanza e fama la Basilica di San Petronio non è il duomo della città, questo titolo spetta alla cattedrale di San Pietro, in via Indipendenza.
In questi ultimi anni la Basilica di San Petronio ha subito notevoli lavori di restauro, Elo ha avuto l’opportunità di poter contribuire più volte al risanamento di questa meravigliosa Basilica nel corso degli anni. Le cappelle di San Pietro Martire, la Cappella Santissimo, la cappella San Rocco e la cripta sottostante in cui erano presenti evidenti tracce di umidità di risalita sono state risanante grazie all’installazione dei nostri impianti elettrosmotici installabili anche in edifici di carattere storico, artistico o culturale.