Quanto incide l’umidità nella Sindrome da edificio malato ?
Quanto incide l’umidità nella Sindrome da edificio malato? Quali sono i fattori che lo scatenano e quali i sintomi che colgono le persone?
La Sindrome da edificio malato causato da inquinamento indoor è un insieme di sintomi e segni di malessere mostrati dagli occupanti di un edificio. Le persone che sono colpite dalla Sindrome da edificio malato (Sick building Syndrom) manifestano malesseri di vario genere e disturbi quando si trovano all’interno di una casa o ufficio o capannone o detta in generale in un edificio dove si svolgono attività lavorative o ci si abita.
La sindrome da edificio malato è stata individuata tra gli anni sessanta e settanta, con una sempre maggiore frequenza di segnalazione di casi nel corso degli anni. Ad oggi l’OMS (Organizzazione mondiale della sanità) ha stimato che una percentuale di popolazione occidentale che si aggira attorno al 20% viene colpita da sindrome da edificio malato.
La sindrome da edificio malato si può sintetizzare in questa maniera: Le persone provano malesseri quando si trovano all’interno di determinati edifici e stanno meglio non appena se ne allontanano.
Quali sono i malesseri provocati dalla sindrome da edificio malato?
- Nausea
- stanchezza
- mal di testa
- giramenti di testa
- difficoltà respiratorie,
- difficoltà di concentrazione
- irritazione alle vie respiratorie e degli occhi.
Le cause della sindrome da edificio malato possono essere svariate, quali: ventilazione insufficiente, mancanza di illuminazione diurna, mancanza di isolamento acustico, esalazioni di macchinari o materiali nell’ambito lavorativo (ad esempio toner per fotocopiatrice, solventi, prodotti per la pulizia ecc.), mancata pulizia dell’apparato di climatizzazione, temperature e umidità relativa all’interno dei locali non idonee, postazioni di lavoro non comode, situazioni di stress, utilizzo di materiali chimici durante la costruzione degli edifici che rilasciano sostanze nel corso del tempo.
Quanto incide l’umidità nella Sindrome da edificio malato ?
La presenza di muffe e di umidità siano esse causate da umidità di risalita o umidità da condensa contribuiscono in maniera piuttosto incisiva, fino ad incrementare del 50% e oltre, i sintomi della sindrome da edificio malato; ricordiamo infatti che la presenza di muffe all’interno di un locale sono altamente nocive per la salute delle persone.
Tra i consigli per migliorare le situazioni di Sindrome da edificio malato ci sono quelle di areare frequentemente i locali, mantenere una temperatura tra i 18 e i 22° con una umidità relativa inferiore al 50%, utilizzo di prodotti biologici per la pulizia, corretta pulizia e manutenzione degli impianti di climatizzazione.
In caso di presenza di muffe e umido causate da umidità di risalita o umidità da condensa, il consiglio è di intervenire in maniera tempestiva e definitiva per evitare un peggioramento delle situazioni che potrebbero, nel corso del tempo, oltre che creare danni alla salute, anche compromettere in maniera seria gli edifici.
Elo offre varie soluzioni per risolvere definitivamente i problemi causati da umidità da risalita o umidità da condensa; nel caso la vostra casa o l’ambiente dove lavorate mostri presenza di muffe sui muri non esitate a contattarci telefonicamente o tramite il form nella pagina contatti. I tecnici Elo sapranno trovare la soluzione migliore per risolvere i problemi di muffa e umidità nei vostri stabili in maniera definitiva.
Umidità negli edifici storici Basilica di San Petronio
L’Italia è ricca di edifici storici, e di beni culturali di elevata importanza. Purtroppo l’umidità negli edifici storici è un problema frequente. Quasi tutti gli edifici storici presentano o hanno presentato problemi di umidità di risalita capillare, problema che può essere risolto tramite l’installazione di un impianto elettrosmotico, oppure l’iniezione di resine in abbinamento all’applicazione di intonaco macroporoso o l’installazione di centraline elettrofisiche.
E a proposito di umidità negli edifici storici, dopo aver parlato della Reggia di Venaria Reale, sapientemente restaurata in questi ultimi anni, in questo articolo vi parlerò di uno dei monumenti storici più conosciuti di Bologna: la Basilica di San Petronio.
La Basilica di San Petronio è sicuramente uno dei simboli principali della città di Bologna, come molti edifici storici necessita di accurati restauri per conservarla e arrestarne tempestivamente il naturale deperimento a cui è sottoposta. Elo ha partecipato al restauro di alcune delle cappelle della Basilica di San Petronio tramite l’installazione di impianti elettrosmotici. I nostri impianti sono infatti installabili anche in edifici di carattere, artistico o culturale e sono in grado di per poter risolvere i problemi di umidità negli edifici storici.
Grazie alla grande esperienza decennale nel campo dell’umidità Elo s.r.l è infatti in grado di operare e risolvere problematiche di umidità negli edifici storici e di pregio anche con vincoli dettati dai beni culturali. Elo è in grado di risolvere i problemi di umidità tramite impianti elettrosmotici o centraline elettrofisiche o tramite altre soluzioni che verranno valutate di caso in caso.
Nel caso notiate problemi di umidità nelle vostre case o stabili non esitate a contattarci telefonicamente o tramite il form che troverete nella pagina contatti per richiedere una consulenza e un preventivo gratuito.
La storia della Basilica di San Petronio è veramente particolare e travagliata, la sua costruzione ebbe inizio nel 1390, su commissione del Comune di Bologna che volle rendere grazie per la condizione di libertà che la città aveva vissuto fino a quegli anni dedicandola al Santo Patrono di Bologna, San Petronio per l’appunto.
La chiesa non venne quindi eretta come cattedrale cittadina ma come tempio votivo e civico. I lavori vennero finanziati dal Comune e dalle offerte dei cittadini e per i primi la costruzione procedette velocemente. Per far spazio al monumentale progetto vennero demolite molte case, torri e ben otto chiese.
Nel corso dei secoli avvennero importanti avvenimenti che contribuirono a rendere la Basilica di San Petronio così come è possibile vederla oggi:
Nel 1438 morì Jacopo della Quercia, scultore senese chiamato per compiere i lavori nella facciata principale, il portale maggiore rimase così incompiuto. Tutti i progetti per la conclusione della facciata rimasero solo sulla carta e sono oggi conservati nel Museo della Basilica.
A fine 1400, quando si sarebbe dovuto procedere con la costruzione della cupola i costruttori iniziarono ad avere i primi problemi e il modello dell’Architetto Antonio de Vincenzo, che aveva concepito l’opera, e a cui si poteva far riferimento era misteriosamente sparito.
Venne così fatto un nuovo progetto, che avrebbe portato la chiesa a misurare 224 metri di lunghezza e 150 metri di larghezza, dimensioni che l’avrebbero resa la chiesa più grande d’Italia.
A metà 1500 era chiaro che con ogni probabilità la chiesa non sarebbe mai stata compiuta. Le speranze di vederla finita caddero definitivamente quando su ordini dello Stato Pontificio si cominciò ad erigere il vicino Palazzo dell’Archiginnasio, che avrebbe impedito la costruzione del braccio orientale della chiesa. La cittadinanza cominciò a mormorare che questa scelta venne fatta per impedire alla Basilica di San Petronio di diventare più grande di San Pietro a Roma.
Il problema inerente alla conclusione planimetrica della chiesa venne affrontato a metà 1600. Si rinunciò ad ogni ampliamento e diverse modifiche alla parte interiore tra cui la costruzione di un’abside annullarono l’impressione di incompletezza che aleggiava oltre che all’esterno anche all’interno. La chiesa risultò essere 60 metri di larghezza 132 metri di lunghezza, le sue dimensioni la portano ad essere la quarta chiesa più grande in Italia.
Parti esterna della Basilica evidentemente incomplete
La basilica di San Petronio divenne proprietà della diocesi solo nel 1929, i lavori di costruzione vennero dichiarati ufficialmente chiusi nel 1954, anno in cui venne consacrata.
Nonostante le sue dimensioni, la sua posizione su Piazza Maggiore, cuore pulsante della città e la sua importanza e fama la Basilica di San Petronio non è il duomo della città, questo titolo spetta alla cattedrale di San Pietro, in via Indipendenza.
In questi ultimi anni la Basilica di San Petronio ha subito notevoli lavori di restauro, Elo ha avuto l’opportunità di poter contribuire più volte al risanamento di questa meravigliosa Basilica nel corso degli anni. Le cappelle di San Pietro Martire, la Cappella Santissimo, la cappella San Rocco e la cripta sottostante in cui erano presenti evidenti tracce di umidità di risalita sono state risanante grazie all’installazione dei nostri impianti elettrosmotici installabili anche in edifici di carattere storico, artistico o culturale.
Umidità di risalita nelle nuove case e nuove costruzioni
In questo articolo abbiamo spiegato quali sono i tipi di umidità che è possibile trovare anche nei nuovi edicifi, il capitolo umidità di risalita nelle nuove case e nuove costruzioni merita sicuramente un piccolo approfondimento.
Nel caso notiate presenza di umidità nelle nuove case e nelle costruzioni di cui siete in possesso non esitate a contattarci, troveremo assieme la soluzione migliore per la risoluzione del problema.
Umidità di risalita nelle nuove case e nuove costruzioni, perchè?
Quasi sempre, il presentarsi di casi di umidità di risalita nelle nuove case e nuove costruzioni, sono causati da errori di fabbricazione che vanno ad inficiare lo stato della barriera tagliamuro, costituita da catrame o vetroresina, che viene posata proprio come protezione nei confronti dell’umidità di risalita.
Quali sono gli errori più comuni che possono causare umidità di risalita nelle nuove case e nuove costruzioni?
- Tagliamuro danneggiato per creare scassi per impianti
In alcuni casi la barriera tagliamuro viene letteralmente tagliata per far passare gli impianti tecnologici dal massetto in calcestruzzo alla parte superiore del muro. Ci preme specificare che il taglio della barriera tagliamuro è inevitabile se si vuole far passare gli impianti, ma nella maggior parte dei casi il taglio della barriera tagliamuro è sovradimensionato rispetto a quello che servirebbe realmente per far passare i tubi e i corrugati creando spesso dei problemi.
Dopo la posa dei tubi o dei corrugati, questi devono essere murati tramite apposite malte e per ottenere un lavoro a regola d’arte la barriera tagliamuro in catrame o vetroresina andrebbe riparata.
Se non avviene questa riparazione, o viene eseguita in malomodo, l’acqua riesce a trovare una “scappatoia” e riesce ad oltrepassare la barriera tagliamuro creando afflorescenze saline attorno a scatole della luce e tubi situati in prossimità degli impianti.
- Tagliamuro danneggiato vicino alle porte d’entrata
Spesso capita di notare stipiti delle porte d’entrata delle abitazioni che presentano segni di vernice scrostata dati dall’umidità di risalita. Questa tipologia di problemi possono essere dati, come detto in precedenza, dalla rottura (o assenza) della barriera tagliamuro o dalla scelta del materiale di cui gli stipiti sono realizzati.
Se la scelta del materiale ricade infatti sul cemento, sappiate che questa tipologia di materiale edile tende a favorire il distaccamento della vernice per effetto della condensazione che avviene soprattutto nella stagione invernale, periodo in cui il cemento, raffreddandosi notevolmente, agevola lo sgretolarsi delle semplici vernici.
- Barriera tagliamuro danneggiata in fase di intonacatura
La barriera tagliamuro può venire danneggiata in seguito ad incuranza da chi si occupa delle rifiniture delle parti basse dell’intonaco. Se la barriera tagliamuro viene danneggiata, come nel primo caso, l’acqua riuscirà a risalire lungo la muratura creando afflorescenze e scrostando l’intonaco.
- Battiscopa fissato solamente con colla
Il battiscopa non è solamente un elemento estetico, ma principalmente la parte terminale del pavimento. Onde evitare problemi, deve essere fissato ai muri nella maniera idonea, che prevede l’utilizzo di colle siliconiche che grazie alla loro impermeabilizzazione sono in grado di bloccare la risalita dell’acqua.
Se fissato con colle da pavimenti, il posatore deve porre più attenzione in fase di montaggio per evitare episodi di risalita di acqua dal battiscopa.
La parte superiore del battiscopa deve venire stuccata con stucco e mai con colla.
Nel caso notiate sintomi di umidità da risalita come distaccamento dell’intonaco, della vernice o afflorescenze saline non esitate a contattarci, troveremo la soluzione più adatta al vostro problema.
Se notate presenza di umidità nelle case nuove o nelle nuove costruzioni di cui siete in possesso potete contattarci telefonicamente allo 0536 844420, oppure tramite il form. I nostri tecnici saranno a disposizione per individuare la soluzione migliore al vostro problema di umidità.
Umidità nelle case nuove e nelle nuove costruzioni
Pensate che trovare umidità nelle case nuove e nelle nuove costruzioni sia impossibile?
La risposta forse vi stupirà, ma è affermativa: ci può essere presenza di umidità nelle case nuove e nelle nuove costruzioni. Si possono presentare problemi di umidità chiamata “umidità residuale” o “umidità di costruzione” ma è possibile trovare anche umidità causata da difetti di costruzione.
Nel caso notiate presenza di umidità nelle case nuove e nelle nuove costruzioni di cui siete in possesso non esitate a contattarci, troveremo assieme la soluzione migliore per la risoluzione del problema.
Che tipologie di umidità nelle case nuove e nelle nuove costruzioni si possono trovare?
- Umidità residuale o di costruzione
Durante la costrizione di un edificio vengono impiegate grosse quantità di acqua che vengono trattenute dai materiali edili, che a causa della loro porosità trattengono i liquidi. Purtroppo le tempistiche di consegna dei vari cantieri difficilmente permettono di poter aspettare le tempistiche naturali di asciugatura dei diversi materiali utilizzati in fase di costruzione degli stabili.
L’acqua che viene utilizzata durante le fasi di edificazione dei nuovi stabili impiega infatti da uno a tre anni per evaporare in maniera totale. L’evaporazione varia a seconda di diversi fattori che possono essere ad esempio l’utilizzo di particolari pitture, intonaci o la presenza di condensa interstiziale (condensa che si forma all’interno degli elementi costituenti degli edifici).
In queste circostanze, il processo di evaporazione dell’acqua residua può provocare la comparsa di macchie di umidità sui muri dalla forma piuttosto irregolare, alta umidità nell’aria e raramente sgretolamento delle pitture e afflorescenza salina.
- Umidità di risalita
L’umidità di risalita spesso affligge murature con già qualche anno alle spalle ma questa tipologia di umidità può essere presente anche in costruzioni nuove. Spesso viene determinata da errori o omissioni di accorgimenti in fase di costruzione dati spesso dalla fretta di consegnare il cantiere nei tempi prestabiliti.
- Umidità meteorica
Esiste inoltre la possibilità di una presenza di umidità meteorica (o da infiltrazione) data dalla penetrazione della pioggia all’interno delle mura a causa di difetti di costruzione o di progettazione. In questi casi l’infiltrazione da umidità meteorica si presenta come grandi macchie nella parte esterna dello stabile e macchie di minore dimensione all’interno.
Esempio di umidità da infiltrazione
Esempio di umidità di risalita
Per quanto riguarda l’umidità residuale possiamo affermare che si tratta di una causa episodica legata ad un evento straordinario destinati ad esaurirsi. Il consiglio è quello di ricorrere a un buon antimuffa e attendere la totale e naturale evaporazione dell’acqua presente nelle murature prima di procedere con l’intonacatura delle pareti.
Discorso diverso invece per quanto riguarda l’umidità meteorica e l’umidità di risalita, che sono destinate a ripresentarsi in caso di pioggia la prima (con picchi quindi per quanto riguarda la stagione autunnale e invernale) e costantemente durante tutto il corso dell’anno per quello che riguarda l’umidità di risalita capillare (clicca qui per leggere l’approfondimento sul tema). Il consiglio che possiamo dare in questi casi è di ricorrere al più presto ad una soluzione che possa porre rimedio ai problemi di umidità onde evitare problematiche riguardanti la muratura e la struttura dello stabile e per evitare ripercussioni sulla salute.
Se notate presenza di umidità nelle case nuove o nelle nuove costruzioni di cui siete in possesso potete contattarci telefonicamente allo 0536 844420, oppure tramite il form. I nostri tecnici saranno a disposizione per individuare la soluzione migliore al vostro problema di umidità.
Ristrutturazione completa con installazione di impianto elettrosmotico
Elo s.r.l. ha partecipato alla ristrutturazione completa di una villetta costruita negli anni ’60 in zona Forte dei Marmi eseguita dallo Studio Tecnico GNS, azienda che collabora da anni con Elo s.r.l. per la risoluzione definitiva dei problemi causati dall’umidità tramite installazione di impianto elettrosmotico.
Nel caso stiate ristrutturando uno stabile o la vostra abitazione presenti tracce di umidità da risalita o condensa e volete conoscere i benefici che comporta l’installazione di un impianto elettrosmotico e volete sapere quali altre soluzioni per l’umidità potrebbero fare al caso vostro non esitate a contattarci compilando il form, via mail o tramite i nostri recapiti telefonici che potete trovare in fondo a questa pagina.
Chiamati dallo Studio Tecnico GNS, Elo s.r.l. con i suoi tecnici qualificati si è recata a Forte dei Marmi per studiare al meglio la situazione dello stabile e fare un’analisi dell’umidità.
Prima dell’inizio dei lavori di ristrutturazione completa si potevano notare in maniera piuttosto evidente i problemi causati dall’umidità di risalita nei confronti dello stabile lungo buona parte del perimetro esterno dell’abitazione e anche lungo le pareti interne.
Dopo avere eliminato l’intonaco si è proceduto con l’apertura delle tracce sulla parte interna della muratura e la successiva posa degli elettrodi positivo e negativo, che collegati ad una centralina elettronica Elo System sono in grado di creare un campo elettrico contrario in grado di spostare l’acqua verso il terreno facendo così asciugare i muri e impedendo future risalite. Per maggiori informazioni sul funzionamento dell’elettrosmosi clicca qui.
I lavori di ripristino dello stabile hanno interessato sia le pareti interne che quelle esterne, l’impianto elettrosmotico Elo System è infatti efficace su tutta la muratura: sia interna che esterna.
Si è proceduto quindi con la stesura di uno strato di rinzaffo sugli strati esterni dei muri.
Una volta asciugatosi lo strato di Rinzaffo e conclusi definitivamente i lavori di deumidificazione si è potuto stendere l’intonaco proseguendo così i lavori di restauro e ammodernamento della villetta rendendo una villetta anonima in una casa da sogno grazie al progetto del Geom. Fabio Niccoletti e del Geom. Nicola Tarabella.
Nel caso siate interessati a ricevere maggiori informazioni o ricevere un preventivo gratuito non esitate a contattarci chiamandoci ad uno dei recapiti telefonici o compilando il form nella pagina dei contatti
Umidità e muffa: le ripercussioni sulla salute
Il problema dell’umidità e muffa presente sui muri di casa è una delle principali preoccupazioni domestiche che può creare danno alla salute delle persone che vi ci abitano.
A tutti probabilmente sarò capitato di camminare all’interno di un bosco o di un prato e di vedere quanto velocemente crescono i funghi dopo un temporale grazie all’umidità. Le muffe che troviamo sui muri delle nostre case non sono altro che funghi dalle dimensioni microscopiche che durante la loro crescita rilasciano spore che vengono disperse nell’aria proprio come funziona per i funghi che mangiamo.
Umidità e muffa sono quindi due parole che viaggiano parallele. Questi funghi che si annidano sulle pareti sono altamente dannosi, crescono nei luoghi dove vi è una presenza abbondante di umidità (umidità da risalita o umidità da condensa) e scarsa ventilazione e si sviluppano molto velocemente se trovano un ambiente caldo-umido come può essere quello domestico.
Quali sono gli effetti sulla salute?
I problemi maggiori vengono causati al sistema respiratorio. Possono comparire asma e altri danni funzionali a livello respiratorio, soprattutto nei bambini, anziani e altre persone con problemi al sistema immunitario.
Sono inoltre possibili irritazioni a livello di naso, occhi e gola e l’insorgenza di emicranie.
Se non si pone un rimedio alla presenza di muffa e umidità all’interno della propria abitazione le problematiche alla salute possono diventare croniche, come ad esempio allergie, asma e polmonite causata da ipersensibilità.
E’ bene ricordare inoltre che l’esposizione a queste muffe domestiche è dannosa e pericolosa, e ci si trova esposti ogni qualvolta si è all’interno di un’abitazione che è stata colpita da un problema di umidità e muffa.
La presenza di umidità e muffa e di conseguenza acqua all’interno delle mura domestiche causata da umidità di risalita o umidità da condensa può creare inoltre questi problemi:
- Problemi termici: maggiore umidità significa anche maggior freddo
- Degrado delle mura domestiche a causa delle reazioni chimiche causate dalla presenza di muffe
Togliere umidità e muffa dalle nostre case e dagli ambienti nei quali si lavora, oltre che per un fattore estetico è quindi importante IN PRIMIS per la salute.
Esistono vari tipi di soluzioni al problema di umidità e muffa, come ad esempio l’installazione di un impianto elettrosmotico, in grado di risolvere il problema in maniera definitiva.
Nel caso siate interessati a ricevere maggiori informazioni o ricevere un preventivo gratuito non esitate a contattarci chiamandoci ad uno dei recapiti telefonici o compilando il form nella pagina dei contatti
Recupero edifici storici: la Reggia di Venaria Reale
L’Italia è ricca di edifici storici, già recuperati, in fase di restauro e ristrutturazione, o parzialmente da ristrutturare. Quasi tutti gli edifici storici presentano o hanno presentato problemi di umidità di risalita capillare, problema che può essere risolto tramite l’installazione di un impianto elettrosmotico, l’iniezione di resine in abbinamento all’applicazione di intonaco macroporoso o l’installazione di centraline elettrofisiche.
In questo articolo vi parlo della Reggia di Venaria Reale, a Torino, che, assieme alle residenze reali sabaude, fa parte del Patrimonio Mondiale dell’Umanità UNESCO sin dal 1997 a simbolo della genialità dell’architettura e dell’arte Barocca e Tardo Barocca.
La Reggia di Venaria Reale può considerarsi la più imponente delle residenze sabaude, costruita alla fine del XVII° secolo con lo scopo di divenire base per i momenti di svago dedicati alla caccia.
Molti edifici storici presentano il problema dell’umidità di risalita sulle murature. La Reggia di Venaria venne commissionata da Carlo Emanuele II di Savoia a metà del 1600 con l’intento di avere una base per le sue battute di caccia e una reggia che legasse il suo nome e quello di sua moglie a un’opera di alta levatura. Ultimata nel 1675, vide parecchi rimaneggiamenti nel corso degli anni, soprattutto in seguito ad alcune distruzioni da parte dei francesi e in seguito a nuove commissioni da parte di Vittorio Amedeo II che chiese più sfarzo per la reggia seguendo il modello di Versailles.
Dal 1706, anno in cui avvenne l’assedio di Torino per mano dei francesi, iniziò purtroppo il declino della Reggia di Venaria Reale che venne trasformata per secoli in caserma. Nel dopoguerra la reggia era più simile a un rudere che a una antica dimora reale. Per restaurarla e recuperare anche solo in parte un po’ del fasto che aveva avuto, avrebbe avuto bisogno di uno stanziamento finanziario straordinario.
Si iniziò con opere atte a tamponare le gravi situazioni in cui la reggia gravava e nel 1997 venne annunciata l’intenzione di recuperare l’intero complesso con uno stanziamento di 300 milioni di euro che ne consentì l’apertura al pubblico nel 2007. Ad oggi la nuova sfida è la preservazione dei lavori realizzati e delle strutture recuperate tramite opere di conservazione, impedendo il presentarsi del problema di umidità di risalita che, ricordiamo, può essere risolto con l’impianto elettrosmotico, l’iniezione di resine e l’applicazione di intonaco deumidificante o le centraline elettrofisiche.
Acquistando il biglietto di ingresso si ha l’opportunità di visitare 54 sale della Reggia nelle quali sono esposti pannelli esplicativi sulla dinastia dei Savoia, stampe d’epoca, quadri, suppellettili e alcuni pezzi di mobilio provenienti per la maggior parte da altri musei. Meritano assolutamente la visita la Galleria Grande, autentico capolavoro di architettura del settecento, la Sala di Diana usata anticamente per i ricevimenti, la Scuderia Juvarriana e la Cappella di Sant’Uberto.
Intonaco deumidificante (o macroporoso): funziona contro l'umidità di risalita?
Umidità di risalita e intonaci deumidificanti
Soluzioni al problema dell’umidità di risalita: l’intonaco deumidificante (o macroporoso) funziona?
La risposta è NO, non da solo. Mi spiego meglio: se pensate di risolvere il problema di umidità di risalita nella vostra casa togliendo l’intonaco danneggiato e applicando un intonaco deumidificante (o macroporoso) state sbagliando. Da solo non funziona. Deve essere abbinato ad una barriera all’umidità di risalita, barriera che può essere ottenuta con iniezione di resine, elettrosmosi (impianto elettrosmotico) o centralina elettrofisica (un tempo si otteneva con il taglio meccanico, ma non è più una pratica attuale anche per i rischi sismici).
Come potete notare dalle immagini sovrastanti, il solo utilizzo di intonaci deumidificanti, infatti, anche se migliori e più resistenti all’azione dell’umidità e dei sali rispetto a quelli tradizionali, non possono “fermare” l’acqua che risale per capillarità all’interno del muro: quello che invece riescono a fare è di aumentare l’evaporazione superficiale “asciugando” così l’intonaco ma non il muro, che per una sorta di equilibrio richiamerà più acqua dal terreno. Questo comporterà un aumento del deposito dei sali sulla superficie che si accumulerà nel tempo. Fortunatamente questi intonaci per aumentare l’evaporazione sono “macroporosi” e cioè hanno delle macroporosità dove i sali riescono a depositarsi senza creare danni per alcuni anni; una volta che anche i pori si sono saturati questi intonaci tendono a crollare velocemente. Inoltre, quando i pori sono quasi completamente ostruiti, l’acqua non riesce più a evaporare e quindi tenderà a cercare sfogo più in alto, aumentando di fatto l’altezza di risalita capillare.
Questo fenomeno avviene più o meno velocemente in base a diversi fattori, tra i quali la quantità di acqua nel muro, la concentrazione di sali, il tipo di sale (solfati, nitriti, nitrati, cloruri e carbonati) e naturalmente anche in base alla dimensione dei macropori dell’intonaco e dal suo spessore. Ecco perché gli intonaci deumidificanti devono essere applicati con spessori di almeno 3 cm ma si consiglia di applicare con spessori superiori e con altezze di almeno 1 m sopra il limite visibile dell’umidità di risalita o almeno 3 volte lo spessore del muro (per esempio in un muro di 60 cm di spessore con limite di umidità di risalita a 1,5 m l’intonaco deumidificante deve essere applicato fino a 1,5+3*0,6 = 3,3 m di altezza con spessore di circa 4 cm)
Gli intonaci deumidificanti sono quindi inutili?
Certo che NO, sono utili perché, se l’umidità di risalita è stata fermata applicando una barriera (chimica o elettrofisica), permettono l’asciugatura veloce della muratura sovrastante (se si utilizza un impianto elettrosmotico come barriera alla risalita dell’umidità i tempi di asciugatura del muro sono veloci e non si rende necessaria l’applicazione di intonaco deumidificante). L’applicazione di questo tipo di intonaci velocizza l’evaporazione dell’acqua ancora contenuta nel muro (ma senza che il muro possa “pescarne” altra dal terreno data la presenza della barriera alla risalita), rendendo i tempi di asciugatura della muratura relativamente veloci. Gli intonaci umidificanti sono in grado di resistere ai sali che in questo unico ciclo di asciugatura l’acqua nei capillari porta con sé verso la superficie.
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